L’intolleranza al lattosio è un problema di non poco conto. Per capirne meglio la rilevanza occorre ricordare come secondo alcune statistiche nel nostro Paese ammonti al 40% il dato relativo alle persone che ne soffrirebbero. Si tratta però di un dato sicuramente per difetto, in quanto molti nostri connazionali non sanno di esserne colpiti, nonostante il ripetersi degli episodi che ne testimoniano l’esistenza, ovvero i dolori e il gonfiore all’addome, la diarrea e il meteorismo.
L’intolleranza al lattosio colpisce soprattutto gli adulti ed è causata dalla mancanza o dall’insufficienza della lattasi, l’enzima preposto alla sua scissione in glucosio e galattosio, che sono più facilmente digeribili per il nostro organismo. Ove esso manchi o risulti insufficiente, il lattosio è destinato a permanere nell’intestino tenue ove poi darà vita alla fermentazione, con le conseguenze che abbiamo già ricordato. Va anche sottolineato come il livello massimo di produzione si verifichi alla nascita, quando i bambini si nutrono principalmente di latte, rallentando poi con lo svezzamento, cioè nella fase che segna il passaggio ai cibi solidi, diminuendo poi sempre di più con l’avanzata dell’età. Proprio questo è il motivo per il quale i sintomi dell’intolleranza al lattosio compaiono soprattutto negli adulti. Mentre è abbastanza raro che i bambini sotto i cinque anni mostrino segnali in tal senso. Raro, ma non impossibile.
I sintomi dell’intolleranza al lattosio nei bambini
I sintomi che segnalano l’intolleranza al lattosio nei più piccoli sono esattamente gli stessi che si manifestano nel caso delle persone adulte, ovvero una diarrea estremamente liquida, i dolori e il gonfiore dell’addome, i crampi e la flatulenza. Si tratta però di sintomi i quali possono essere facilmente collegati a molti altri disturbi gastrointestinali come ad esempio la celiachia o la sindrome del colon irritabile e quindi possono destare una certa confusione. Proprio per questo si rendono necessari esami specifici, a partire dal breath test, un esame non invasivo il quale trae le sue basi da una constatazione, ovvero l’evidenza che il mancato assorbimento di uno zucchero da parte dell’intestino tenue, conduce inevitabilmente alla sua fermentazione nella flora intestinale, tale da originare la formazione di grosse quantità di idrogeno. Una parte di questo viene assorbito nel colon, mentre il rimanente sarà eliminato tramite la respirazione. Proprio la rilevazione dei livelli di idrogeno nel paziente intollerante, prima e dopo la somministrazione di lattosio, renderà così possibile la rilevazione di una quota di idrogeno eccedente che potrà essere presa da termine di paragone.
Oltre al breath test, ci sono però altri metodi che possono consentire di risalire all’intolleranza da lattosio, ovvero la biopsia duodenale, il quale è però più invasivo e quelli del sangue, mentre molto meno utilizzato è l’esame delle faci.
Cosa accade quando viene riscontrata l’intolleranza al lattosio?
Naturalmente, una volta che sia stata accertata l’intolleranza al lattosio, occorre farsi una domanda ben precisa: come occorre comportarsi per non risentirne? Contrariamente a quanto si pensa, non si deve eliminare il latte e i suoi derivati dalla dieta, in quanto contengono diversi nutrienti che sono da considerare del tutto necessari allo sviluppo dei più piccoli. In questa lista vanno compresi in particolare la vitamina K, i sali minerali e il calcio.
Occorre invece cercare di capire a quali livelli si manifesti l’intolleranza, in quanto l’organismo è in grado di non dare vita a reazioni sino ad un certo limite, il quale però muta da soggetto a soggetto. Il problema è anche acuito dal fatto che neanche a livello scientifico è stato mai fissato un limite ben preciso in tal senso, tanto che l’EFSA, l’autorità continentale cui è demandata la sorveglianza della sicurezza alimentare, lo pone a 12 grammi al giorno, mentre altri rapporti lo innalzano al doppio. Proprio per questo si dovrebbe agire in concerto con il proprio medico al fine di cercare di capire la soglia di resistenza del bimbo interessato, in modo da tarare la sua dieta sul limite riscontrato, senza dover rinunciare al latte e ai suoi derivati.
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Un articolo completo sull'intolleranza al lattosio nei bambini